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lunedì 8 ottobre 2012

Tutto è interpretazione 5: il corpo



Interpretare il corpo


Veniamo dunque all'aspetto più personale di tutti, l'atteggiamento del corpo sul palco.
Come un professionista nell'emettere una voce piccola in realtà non canta con poca voce ma va ad agire sui parametri che permetto al suo canto di essere minuto ma pur sempre presente, così anche il corpo sul palco non deve mai scomparire.
Teniamo presente che tutto quello che noi facciamo sul palco vive in una dimensione che non è quella reale, ma quella teatrale. Dobbiamo rendere visibili i nostri gesti, espressioni, movimenti a tutto il pubblico e non solo alle prime file quindi bisogna esagerare!
Questo non significa diventare dei polipi sbracciati ma che i gesti che decidiamo di fare vanno fatti con sicurezza e in modo ampio, visibile.
Tutto ciò che il pubblico non percepisce come intenzionale viene automaticamente percepito come indecisione, fuori luogo e quindi brutto.
Camminiamo con calma in modo che anche i più distratti capiscano che stiamo facendo dei passi in avanti, appoggiamo sempre il peso con sicurezza scaricandolo al suolo prima di fare altri movimenti, esageriamo gli sguardi che sono un grande mezzo di trasmissione ma che per loro conformazione sono piccoli e sfuggevoli, non intimoriamoci nel fissare qualcuno che ci sta fissando perché sarà come dedicargli il brano che stiamo cantando.
Ricordiamoci sempre che dobbiamo essere coerenti con il nostro sottotesto e quindi scegliere atteggiamenti in continuità con esso, il solo fatto di scegliere di cantare un brano in piedi o da seduto cambia completamente l'intenzione del brano.
Altri criteri di scelta possono essere: tenere in mano il microfono o usare l'asta, stare ben eretti difronte al pubblico o più rannicchiati, cantare di profilo,a tre quarti o in taglio, interagire con i musicisti, col pubblico o estraniarsi come se si cantasse per se stessi ecc ecc...
L'importante è rimanere sempre dentro il brano perché sul palco anche quando non si canta... si sta cantando, evitiamo di deconcentrarci nelle parti strumentali dei brani, manteniamo lo sguardo presente e diretto sul pubblico per non interrompere la comunicazione.
Un buon esercizio è quello di crearsi un'immagine di se da sotto il palco, in base ai nostri gesti e movimenti immaginiamoci visti dal di fuori in modo da controllare se quello che stiamo facendo è veramente utile e convincente oppure no. Come l'orecchio è l'organo di controllo esterno della voce, così l'immaginazione deve diventarlo per la postura.





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