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mercoledì 24 aprile 2013

L'evoluzione del timbro vocale 4


Frank Sinatra: The Voice

DOMANDA: QUAL'E' LA CARATTERISTA PIÙ IMPORTANTE DELLA VOCE DI SINATRA?

Pensando ad un percorso di evoluzione del timbro vocale in America era impossibile astenersi dal prendere in considerazione Frank Sinatra per quello che rappresenta nell’immaginario collettivo (il suo soprannome The Voice parla da solo) e per quello che era il suo bagaglio culturalmente: avendo origini italiane è riuscito ad innestarsi in un nuovo territorio di musica popolare portando con se parte del bagaglio timbrico della tradizione lirica italiana.
Francis Albert Sinatra (Hoboken 12 Dicembre 1915 – West Hollywood 14 Maggio 1998), figlio di genitori italiani emigrati negli Stati Uniti, appartiene a quella categoria di cantanti a metà tra i cantanti di musica popolare ed i cantanti jazz noti come crooner, termine traducibile in italiano con la definizione di cantante confidenziale. Il termine, in effetti, ci aiuta nell’analisi del nostro percorso riportando alla mente il fatto che, data l’invenzione del microfono, questi cantanti non furono più obbligati ad avere un suono imponente e per forza di cose standardizzato, ma potevano giocare con la loro voce facendo perno su tutte quelle qualità vocali più vicine al parlato e che comprendevano il sussurro, lo sbadiglio e così via.
Sinatra decise di voler fare il cantante dopo ave ascoltato Bing Crosby alla radio e ne fu sicuramente il degno erede portando con se parte di quel tipico timbro liricheggiante che la tradizione statunitense aveva ormai assorbito ma con un atteggiamento vocale molto più variopinto atto a colorare le sue interpretazioni rendendole estremamente convincenti. La grandezza di Sinatra effettivamente sta anche nel suo essere attore e uomo di spettacolo, fondendo tutte queste sue attitudini con il suo timbro caldissimo riesce a trasportare l’ascoltatore dal semplice ascolto di una canzone all’ascolto di una esperienza di vita effettivamente vissuta.



I legami di Frank Sinatra con il jazz si situano su due livelli distinti pur non essendo lui un improvvisatore di scat. Esiste, in primo luogo, un puro legame di fatto per via di alcuni suoi accompagnatori presi individualmente (per molto tempo pretese che Harry Edison fosse presente durante le sedute di incisione), delle orchestre scelte (Count Basie, Duke Ellington, Buddy Rich, Woody Erman), o ancora degli arrangiatori (Johnny Mandel, Billy May, Quinci Jones, Neal Hefti). In secondo luogo, nel modo stesso di concepire il canto: su tempo rapido o di mezzo Frank swinga e, nelle ballad in lui particolareggiate come in nessun altro, utilizza un feeling che è quasi quello dei grandi improvvisatori. Se capita non rifugge dal correre qualche rischio nel fraseggio o dall’introdurre qualche variante alla maniera d’uno strumentista.
Il timbro baritonale di Sinatra è pervaso da un gran numero di armoniche che, accompagnando le note fondamentali, garantiscono spessore e calore al suo timbro che viene poi spesso arricchito da attacchi vocali differenziati in base al tipo di interpretazione che voleva far arrivare. La laringe sempre lievemente abbassata gli consentiva uniformità nel timbro ma la mancanza di spinta del fiato evitava la sensazione di voce troppo ispirata alla lirica e il vibrato molto presente non era quasi mai sostenuto ma veniva lasciato sempre scendere in dinamica evitando di diventare troppo presente e opprimente. La caratteristica recitativa della sua voce emerge soprattutto quando decide di sporcare il suo timbro con venature di asprezza più marcate usando il filtro denominato twang dalla tecnica vocale Voicecraft (quindi il suddetto restringimento della laringe che conferisce punta e asprezza alla voce) e con l’introduzione massiccia del fiato, tutte caratteristiche comuni alla voce parlata che non fanno altro che rendere più attendibile la storia del brano di turno che Sinatra cantava.

Si può dire che forti erano ancora in Sinatra le fondamenta timbriche belcantistiche pur non avendo un suono squillante e usando stratagemmi resi possibili dai microfoni per differenziarsi dalla lirica. Rimane comunque un timbro unico soprattutto per il calore complessivo in tutta l’estensione e per la capacità affascinante di essere interpretativamente convincente.






RISPOSTA: LA SUA CAPACITA' DI ESSERE CONVINCENTE IN RELAZIONE AL TESTO CANTATO. VISIONARE IL VIDEO PER AVERE UN IDEA PIÙ CHIARA DI QUELLO CHE INTENDO NEL CONFRONTO TRA ROBBIE WILLIAMS E FRANK SINATRA. 

2 commenti:

  1. Notevolissimo, interesantissimo!!!! Quanto c'è da imparare: apri una porta e nella stanza scopri centro porte doce oguna ti porta in una nuova stanza.
    All'infinito.
    GRAZIE, Michele!!!
    Stefano Sergi

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    1. Grazie a te Stefano! Rimani connesso per altri interessanti approfondimenti :) E mi raccomando condividi questo blog sui tuoi social network!!!

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