Il timbro vocale dopo Armstrong
DOMANDA: COS'E' LO SCAT?
DOMANDA: COS'E' LO SCAT?
«Una voce di ghiaia
e di fango, di una bellezza scabra e ruvida, fuori da ogni canone e convenzione»,
è così che Luciano Federighi descrive la voce di Armstrong e come dargli
torto dopo aver ricordato quali erano gli stereotipi vocali dell’epoca?
Louis Armstrong (New Orleans 4 agosto 1901 –
New York 6 luglio 1971) fu un vero e proprio sdoganatore vocale in quanto la
sua voce segnò lo spartiacque tra il passato belcantistico e il futuro del
canto moderno. Anche nel suo caso quello che poteva sembrare un punto debole fu
in realtà l’arma vincente che lo contraddistinse da tutti gli altri cantanti
ovvero una non naturale predisposizione al canto pulito e limpido.
Armstrong, infatti, era dotato di un timbro
roco e sforzato che, da persona intelligente qual era, decise anche di
esasperare creando un mix esplosivo tra il suo personaggio bonaccione e sempre
sorridente, utile maschera da indossare per passare indenne sotto gli occhi
razzisti dei bianchi che non avrebbero accettato lezioni da un nero che si
fosse presentato come un serioso innovatore musicale, e la sua voce. Una voce
certamente inimitabile ma che invitava, con la sua trascinante particolarità,
ad essere imitata e omaggiata da tutti, non solo dai cantanti, ma anche dagli imitatori
dei cantanti o da musicisti che giocosamente esponevano un tema alla maniera di
Armstrong. Anche in Italia, nella patria
del bel canto, la voce di Armstrong veniva percepita così fuori dagli schemi
che fu imitata per anni e non solo nell'ambiente del jazz, così come succedeva
con quella di Jerry Lewis che non era
altro che la voce del suo doppiatore italiano: Carlo Romano.
Così nel film Hello Dolly Barbra Streisand duetta con Louis Armstrong nella canzone che dà
il titolo al film e, ridendo come per confermare che la maschera da buontempone
e la simpatia che ispirava Louis nel prossimo erano una grandissima pubblicità
per lui, imita la sua voce baritonale. Il timbro di Armstrong, probabilmente
condizionato da qualche disfunzione cordale, riusciva ad essere si graffiato ma
non aggressivo, anzi era coinvolgente e rassicurante, la peculiarità roca
veniva data dalla vibrazione dei muscoli tiroaritenoidei, detti anche muscoli
vocali, determinano con la loro contrazione un accorciamento e conseguente
allargamento delle corde vocali che messi in vibrazione con grande sforzo
producono il suo caratteristico colore timbrico. Questo particolare tipo di
fonazione, richiedendo una grande spinta del fiato, è difficilissimo da
sostenere e soprattutto doloroso anche se controllato con sapienza come faceva
Armstrong, anche questa volta però un punto debole andò a arricchire quella che
si può tranquillamente definire la poetica vocale di Louis facendogli
prediligere l’aspetto ritmico staccato al legato in voga all’epoca.
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A testimonianza dello sforzo impresso alla colonna d’aria
smossa da Armstrong per far entrare in vibrazione i muscoli tiroaritenoidei, si
può osservare che per produrre il vibrato era costretto a muovere la testa
velocemente in su e in giù dato che un suono sforzato, per definizione, non può
trovare una vibrazione naturale a livello laringeo avendo i muscoli
fono-articolatori tesi a supportare lo sforzo e non avendo quindi la mobilità
necessaria per poter oscillare impedendo il vibrato laringeo. Anche il questo
caso (sono più propenso a pensare che l’intelligenza di Armstrong fu molto più
determinante di quello che si possa pensare del caso) un difetto divenne
caratteristica: la scuola belcantistica imponeva nel suo stile un vibrato
pressoché costante (in musica si sa che abusare di un mezzo interpretativo è
come eliminarlo del tutto perché non lo si fa risaltare negando il confronto
con il suo opposto, in questo caso la nota tenuta) mentre Armstrong lo liberava
da questa prigionia sviscerandolo solo nei punti che desiderava sottolineare.
Altra caratteristica che Armstrong inserì nel suo stile
andando a modificarne il timbro fu l’uso dell’aria, discostandosi ancora di più
dai paradigmi passati della tecnica vocale che imponevano un suono puro
eliminando del tutto il rumore del fiato, Louis lo inserì copiosamente quasi al
termine di ogni sua frase cantata e in maniera ancora più evidente nelle
dinamiche più tenui. Con il grande lavoro muscolare che sosteneva per cantare
riusciva a riscaldare anche quel tipo di suono normalmente freddo e privo di
energia rendendolo dolce e per niente
fastidioso, permeando così il suo timbro di umanità. Il messaggio vocale col
quale Armstrong si presentava al pubblico era sostanzialmente quello di non essere
un cantante elevato e irraggiungibile se non dopo anni di severi studi tecnici
ma un nuovo tipo di cantante vicino alla massa che ne incarnava le
caratteristiche più affabili e divertenti mettendo tutto ciò sempre al servizio
dell’interpretazione dei brani che non venivano sviliti ma anzi valorizzati da
questo nuovo stile vocale: il canto moderno. Armstrong diede vita così anche ad
una vera e propria rivoluzione culturale e sociale capendo prima di tutti
l’importanza di raccogliere consensi facendo si che il pubblico si riconoscesse
in lui. Il fatto che fosse afroamericano poi certamente non è da sottovalutare.
È interessante, inoltre, notare quanto Armstrong sia uno
spartiacque che riusciva ad incarnare in se sia la conservazione timbrica del
passato sia la rottura più totale protendendo verso il futuro, è possibile
notare questo confrontando il suono della sua voce con quello della sua tromba.
Louis fu un noto appassionato di lirica (era un accanito collezionista di
dischi di soprani) e incorporava la tecnica vocale lirica, squillante ed
acutista, nel suo modo di suonare innovando di molto la tecnica ed il fraseggio
trombettistico, al contempo però manifestava una sorta di schizofrenia timbrica
facendo l’esatto opposto con la sua voce di roca e scherzosa attirando le
simpatie dei musicisti, affascinati dal suo modo di suonare, e dei non addetti
ai lavori con il suo timbro vocale e le sue mimiche facciali.
Anche quest’ultime infatti svolgevano la doppia funzione di
intrattenimento visivo sopperendo anche alla necessità di sostegno di un suono
tanto amabile all’esterno quanto scomodo all’interno. Spesso accompagnava alle
sue smorfie cambiamenti timbrici dettati dall’uso sapiente dei suoi filtri
vocali: altro elemento di rottura col passato nel quale il timbro doveva essere
uno e sempre omogeneo sia nel grave che nell’acuto.
Altra incredibile innovazione, probabilmente la più
importante, che portò Louis Armstrong fu l’invenzione del linguaggio
improvvisativo vocale: lo scat.
Certamente negli anni venti era già in voga tra gli appassionati il
canticchiare tramite sillabe gli assoli dei propri dischi preferiti ma
Armstrong, anche grazie alla sua popolarità, portò alla ribalta questa prassi
facendola diventare parte del bagaglio di ogni buon cantante jazz. Leggenda
narra che nel 1926, durante la
registrazione di Heebie Jeebies
con il suo gruppo The Hot Five, si trovò a dover improvvisare una parte del
brano con sillabe inventate perché gli cadde il foglio con il testo dal leggio.
Improvvisamente la voce non aveva più il solo scopo di narrare il testo ma
venne liberata dalle catene della parola
consegnandola a pieno titolo al mondo della musica strumentale. Da quel
momento in poi ogni cantante di scat userà una propria sillabazione
caratteristica (scat words) che, insieme con il timbro della voce, gli
danno una caratterista di riconoscibilità immediata in più. Come giustamente
afferma Bob Stoloff: «Louis Armstrong diede voce al jazz».
Riassumendo possiamo dire che un musicista nero mettendo da
parte il suo orgoglio riuscì a farsi conoscere al mondo portandosi dietro un
bagaglio di contraddizioni timbriche e culturali, tanta furbizia e un talento
sconfinato innovando tra gli altri il mondo del canto che da tempo attendeva di
essere scosso da un vero e proprio terremoto che portò ghiaia e fango ed un
nuovo modo di concepire la voce nella modernità.
RISPOSTA: LO SCAT E' UNA FORMA DI IMPROVVISAZIONE VOCALE CHE SFRUTTA L'USO DI SILLABE PRIVE DI SIGNIFICATO PER DARE RITMO ALLA LINEA MELODICA VOCALE IMPROVVISATA
Interessantissimo!
RispondiEliminaGRAZIE, Michele!!!!
Stefano Sergi
grazie per questo articolo! è stato davvero utile per la mia ricerca e interessante.
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